I professionisti grossetani della Asl Toscana sud est si confronteranno all'evento “Ictus, pochi minuti valgono una vita”, in programma lunedì 30 ottobre alle 10 in sala Pegaso del palazzo della Provincia a Grosseto, per celebrare la Giornata mondiale contro l'ictus, che ricorre il 29 ottobre.

Il convegno, organizzato dalla Fondazione Confcommercio Toscana in collaborazione con Asl, Regione Toscana, Provincia e associazioni, è aperto al pubblico e rappresenta l'occasione per informare i cittadini sul percorso multidisciplinare attivo nelle strutture grossetane per la presa in carico precoce e la cura dell'ictus, alla luce della correlazione sinergica all'interno della Rete regionale Stroke, e in particolare focalizzare l'attenzione sul riconoscimento dei primi sintomi come forma di prevenzione determinante in patologie cosiddette tempo-dipendenti, come l'ictus.

Il percorso assistenziale sarà illustrato a partire dal momento dell'intervento del servizio emergenza-urgenza 118 sul territorio, in cui la componente tempo gioca da subito un ruolo decisivo, analizzando poi i contesti successivi di presa in carico, ovvero il Pronto soccorso, la degenza in Neurologia, con il contributo delle altre strutture, fino alla fase post-acuta, gestita dalla Riabilitazione funzionale. Si parlerà anche del follow up, quindi la cura una volta fuori dall'ospedale, garantita grazie al contributo dei medici di medicina generale.

“L'obiettivo è far conoscere meglio l'offerta assistenziale su cui possono contare i pazienti che in provincia di Grosseto vengono colpiti da ictus, sottolineando il concetto di rete tempo-dipendente, ovvero il valore che ogni minuto in più può determinare sull'esito della malattia e quindi la necessità di sapere interpretare velocemente certi campanelli d'allarme, prima che sia troppo tardi. La sfida contro l'ictus infatti si gioca in gran parte sull'identificazione precoce dei sintomi e le persone possono avere parte attiva in questo - spiega Roberto Marconi, direttore area dipartimentale Neurologia e UOC Neurologia dell'ospedale Misericordia - Al Misericordia è operativo lo Stroke team che sancisce la stretta sinergia tra i neurologi della Stroke unit, coordinata dal dottor Manuele Bartalucci, all'interno della Neurologia, i neuroradiologi, coordinati dal dottor Marco Cirinei e i professionisti del Pronto soccorso, diretto dal dottor Mauro Breggia, per una migliore presa in carico in termini di tempestività d'intervento, di qualità dell’assistenza e di esito post trattamento. Il vantaggio infatti è la possibilità di assicurare, direttamente in Pronto soccorso un approccio multidisciplinare, determinante nella gestione della fase acuta della patologia ischemica, che può salvare la vita. Lo Stroke team attua la piena integrazione fra la rete dell’emergenza-urgenza e quella ospedaliera, con il supporto delle cure primarie sul territorio sia per gli aspetti di promozione alla salute relativi alla prevenzione, sia per quelli inerenti i bisogni assistenziali della fase post-acuta e cronica”.

Al convegno interverranno, oltre al dottor Marconi, Giuseppe Panzardi, direttore Centrale 118 Siena-Grosseto, Mauro Breggia, direttore dipartimento Emergenza-urgenza, Mauro Mancuso, direttore Riabilitazione e recupero funzionale, Renato Tulino, direttore dipartimento Medicina generale, e altri professionisti delle specialistiche che intervengono nel percorso ictus.

L’ictus cerebrale in Italia rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie, e la prima causa assoluta di disabilità. In Italia ogni anno, circa 185.000 persone vengono colpite da ictus. Di queste 150.000 sono i nuovi casi, mentre 35.000 sono gli eventi che si ripetono dopo il primo episodio. L’incidenza è proporzionale all’età della popolazione: è bassa fino a 40-45 anni, poi aumenta gradualmente per impennarsi dopo i 70 anni. Infatti, il 75% dei casi di ictus colpisce le persone con più di 65 anni. L’incidenza media (cioè i nuovi casi registrati ogni anno nella popolazione generale) è di circa 220 casi su 100.000 abitanti, raggiungendo valori di 280 casi nella popolazione ultraottantenne.