Endoscopia - Ospedale di Nottola

Dipartimento Medicina interna, delle Specialistiche e della Riabilitazione
Direttore: dott. Massimo Alessandri
Area Dipartimentale Gastroenterologia
Responsabile: dott. Marco Rossi

Direttore U.O.S.D. Endoscopia digestiva e interventistica
dott. Andrea Peccetti

Coordinatore infermieristico
Mara Rossi
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Esofagogastroduodenoscopia

Che cos'è
L'Esofagogastroduodenoscopia è una procedura che consente al medico che effettua l'esame di guardare direttamente all'interno dell'esofago, stomaco e duodeno, rilevando alcune patologie.
Lo strumento è una sonda, il gastroscopio, che viene introdotta delicatamente attraverso la bocca, fino a raggiungere il duodeno.
Come si svolge
L'esame non procura dolore ma solo modesto fastidio all'introduzione dello strumento. Per tale motivo vi potrà essere somministrata una piccola dose di sedativo e un liquido o una compressa per l'anestesia locale della gola.
Prima dell'inizio dell'esame è opportuno segnalare al medico eventuali allergie a farmaci, o trattamenti farmacologici in atto.
Perché viene fatta
Guardando attraverso il gastroscopio il medico ha una visione nitida e precisa degli organi e può individuare o escludere la presenza di malattie. È utile per definire le cause di sintomi generalmente legati a patologie dell'esofago, dello stomaco e del duodeno. Viene quindi consigliata quanto vi siano sintomi come dolore, nausea, vomito o difficoltà digestive, che persistano per lungo tempo.
È inoltre utile per accertare la causa di sanguinamenti del tratto digestivo alto, o di alcune anemie (carenza di globuli rossi).

Rettosigmoidoscopia e colonscopia

Che cosa è
La colonscopia e la Rettosigmoidoscopia sono esami diagnostici che consentono al medico di vedere all'interno del grosso intestino (colon). Con l'endoscopio si risale attraverso l'ano e si esplora tutto il grosso intestino.
Come si svolge
L'esame dura in genere 15-30 minuti e provoca solitamente modesto dolore, legato soprattutto all'immissione di aria attraverso l'endoscopio, allo scopo di distendere le pareti dell'intestino per esplorarle meglio. L'esame può essere meno tollerato in caso di intestino molto lungo o in presenza di aderenze dopo interventi chirurgici sull'addome.
Prima dell'inizio dell'esame è opportuno segnalare al medico eventuali allergie a farmaci o trattamenti farmacologici in atto.
Durante l'esame è importante rilassare il più possibile la muscolatura addominale in modo da facilitare la progressione dello strumento e rendere la procedura più breve.
Prima dell'esame è importante attenersi scrupolosamente alle indicazioni date per la pulizia dell'intestino.
Perché viene fatta
Guardando attraverso il colonscopio, il medico ha una visione nitida e precisa dell'intestino e può individuare o escludere la presenza di malattie.
È utile per definire le cause di sintomi generalmente legati a patologie del colon, sigma e retto. Quindi viene consigliata in presenza di dolori addominali, stitichezza o diarrea accentuate o insorte recentemente che tendono a non risolversi. Serve anche ad accertare la causa della presenza di sangue nelle feci o di alcune anemie.
La colonscopia e la Rettosigmoidoscopia oltre a permettere di fare una diagnosi consentono anche il trattamento di alcune patologie, come i polipi intestinali, che in passato richiedevano un vero e proprio intervento chirurgico.
I polipi sono rilevatezza della mucosa intestinale, di natura per lo più benigna, tutt'altro che infrequenti dopo i 50 anni, che possono essere asportati durante la colonscopia. In tal caso viene utilizzato un particolare bisturi elettrico a forma di cappio, che in modo del tutto indolore, elimina il polipo bruciandone la base.

La Modulistica relativa a esami endoscopici è disponibile alla pagina Preparazioni e moduli per esami diagnostici endoscopici

Polipectomia
Che cosa è
I polipi sono rilevatezze della mucosa intestinale e dello stomaco, di natura per lo più benigna. Alcuni polipi (adenomi) possono, se lasciati in sede e se diventano molto grossi, degenerare e diventare maligni. È infatti oggi accertato che la maggior parte dei tumori maligni dell'intestino derivano da polipi inizialmente benigni. Per questo motivo i polipi dello stomaco e dell'intestino vanno asportati.
Oggi è possibile fare questo per via endoscopica.
Come si svolge
Attraverso un piccolo tubo flessibile dotato di telecamera e lenti, vine introdotto dalla bocca (gastroscopia) o dal retto (colonscopia) in modo tale che il medico che esegue l'esame possa vedere il polipo o i polipi.
I polipi possono essere peduncolari o a larga base.
I polipi peduncolari possono essere facilmente asportati in un solo pezzo, recidendo alla base il peduncolo con un particolare elettrobisturi fatto a forma di cappio. Nel caso di quelli a larga base, specie se di grosse dimensioni, può essere necessario staccarli pezzo per pezzo e quindi può occorrere anche più di una seduta per asportarli completamente.
In alcuni casi viene utilizzato anche il laser per bruciare la base dei grossi polipi. È estremamente importante rimuovere completamente il polipo per evitare che si riformi.
L'esame istologico
Prima di rimuovere il polipo il medico potrà prelevare piccoli frammenti di tessuto (biopsie) che verranno successivamente inviate al laboratorio per l'analisi microscopica o istologica. Anche il polipo asportato viene recuperato e inviato in laboratorio per l'esame istologico. Questo esame consente di diagnosticare la natura del polipo e di verificare se saranno o meno necessari futuri controlli. Inoltre per i polipi più grandi è necessario verificare al loro interno se esistono cellule in via di trasformazione (dispasia) ed in che punto si trovano.
La polipectomia per via endoscopica è una terapia definitiva in quai tutti i casi, ma quando vi sono delle cellule in avanzata fase di trasformazione situate alla base del polipo o nel peduncolo è necessario, per una completa e definitiva cura della malattia, effettuare un intervento chirurgico per asportare il tratto dell'intestino o dello stomaco ove ha sede il polipo.

Colangiografia e pancreatografia retrograda, diagnostica e operativa
Che cosa è
Colangiografia e pancreatografia retrograda perendoscopica (o ERCP) è una procedura utilizzata nella diagnosi e nella cura di alcune malattie dei dotti biliari, della cistifellea e del pancreas.
Come si svolge
Questa metodica consiste nell'introduzione di un tubo particolare (endoscopio), del diametro di poco superiore al centimetro, attraverso la bocca e lungo l'esofago e lo stomaco fino a raggiungere l'intestino (duodeno) dove sboccano i dotti che portano le secrezioni dal fegato al pancreas. Per evitare il fastidio e la sensazione di vomito che il passaggio dell'endoscopio attraverso la gola può provocare, prima dell'esame viene spruzzato un anestetico in gola o somministrata una compressa anestetica.
Attraverso lo sbocco dei dotti biliari e pancreatico nel duodeno viene iniettato del mezzo di contrasto per visualizzare le vie biliari e il pancreas. Per questo motivo il paziente è fatto sdraiare su un tavolo radiologico, che consentirà di scattare delle radiografie dei dotti biliari e di quelli pancreatici.
Ottenute delle buone radiografie l'esame è terminato.
Se però le radiografie mostrassero dei calcoli, il medico può allargare lo sbocco in duodeno della via biliare con un particolare bisturi elettrico senza che questo provochi alcun fastidio o dolore. Il calcolo o i calcoli vengono estratti con un particolare cestello o con un palloncino. Dall'intestino i calcoli verranno eliminati spontaneamente senza alcune fastidio ulteriore.
Perché viene fatta
È una delle procedure più precise per lo studio delle malattie che interessano i dotti biliari e pancreatici, in quanto consente una visualizzazione diretta, attraverso l'introduzione di mezzo di contrasto nello sbocco dei dotti dell'intestino.
Questo esame consente di diagnosticare e distinguere le cause dell'ittero (colorazione gialla degli occhi e della pelle), evidenziando eventuali ostruzioni delle vie biliari e pancreatiche che possono richiedere un trattamento diverso rispetto ad altre.

Gastrostomia percutanea endoscopica
Che cosa è
Alcune malattie (neurologiche, infettive, tumorali) possono determinare un'incapacità temporanea o definitiva ad alimentarsi attraverso la bocca. In queste situazioni è necessario assicurare la paziente una nutrizione che può avvenire per via parentale (infusione in vena attraverso fleboclisi) o per via enterale posizionando un sondino che attraverso il naso viene fatto arrivare nello stomaco o nell'intestino. Entrambe queste soluzioni presentano numerosi problemi quando l'alimentazione debba durare per lunghi periodi.
Fino a pochi anni fa l'alternativa era la gastrostomia o la digiunostomia chirurgica per le quali era necessario l'intervento chirurgico in sala operatoria, in anestesia totale o locale.
Oggi è possibile posizionare per via endoscopica questo piccolo tubicino per l'alimentazione (gastrostomia o digiunostomia percutanea endoscopica).
Come si svolge
Viene utilizzata una sonda, il gastroscopio, che viene introdotto delicatamente attraverso la bocca e fatto arrivare nello stomaco.
Lo stomaco non provoca dolore ma solo modesto fastidio all'introduzione dello strumento. Per questo motivo può essere anestetizzata la gola.
La luce del gastroscopio nello stomaco viene riflessa sulla parete dell'addome. In questo punto il medico, dopo aver effettuato un'anestesia locale della cute fa entrare nello stomaco attraverso la parete dell'addome, un piccolo ago.
Attraverso l'ago viene fatto scorrere un sottile filo che viene afferrato nello stomaco attraverso il gastroscopio ed estratto dalla bocca, per poter introdurre un tubicino che consentirà l'introduzione degli alimenti direttamente nello stomaco.