In Asl Toscana Sud Est il servizio è partito nelle tre province di Arezzo, Siena e Grosseto: ecco le modalità
È partito in via sperimentale in Asl Toscana Sud Est il servizio dello psicologo di base. Un servizio pensato per intercettare precocemente i bisogni psicologici dei cittadini e prevenire forme croniche o manifestazioni importanti ed acute. Si tratta di un primo livello di assistenza integrata, nel segno della collaborazione stretta con i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta, con l’obiettivo di una rapida presa in carico del cittadino.
La sperimentazione sarà condotta in sette presìdi della Toscana e, attraverso un bando, sono già stati selezionati gli psicologi che se ne occuperanno. Le tre graduatorie, una per ciascuna azienda, sono state pubblicate sul sito di Estar alla fine di luglio. Il progetto sperimentale avrà una durata di 18 mesi con un impegno di 17 ore settimanali per il professionista incaricato.
Un servizio che coinvolge le tre Asl toscane e che nell’Asl Toscana Sud Est opererà nella Casa della salute di San Giovanni Valdarno (Arezzo), nella Casa della salute Arca di Fontebecci a Siena e nella Centrale operativa territoriale (COT) a Orbetello (Grosseto) .
«Va chiarito che la consulenza con lo psicologo di base viene fatta su richiesta del Medico di medicina generale (Mmg) o del Pediatra di Libera scelta (Pls) sulla base di esigenze ben precise, – spiega la dottoressa Margherita Papa responsabile Area Dipartimentale Psicologia Asl Toscana Sud Est. - I riferimenti per attivare lo psicologo di base verranno dati ai cittadini dai medici e dai pediatri. Una sperimentazione durante la quale verranno raccolti i dati sul servizio erogato che la Regione Toscana ha voluto e in cui crede fortemente».
«È un servizio sperimentale, – prosegue la dottoressa Papa, – che avviene in stretta collaborazione con il medico di medicina generale e il pediatra di libera scelta operanti nella Casa della Salute individuata per la sperimentazione. Per la Toscana è la prima volta e questo servizio si affiancherà alla figura dell’infermiere di famiglia nell’ambito del modello di promozione della salute a livello territoriale e di sanità di prossimità. Un servizio importante che è un modo per essere vicino al cittadino e cogliere sul nascere eventuali problematiche che, se non trattate precocemente, possono evolversi in patologia».
«Lo psicologo di base, però, non è uno psicoterapeuta, – chiarisce la dottoressa Papa, – ma è un professionista che offre consulenza al medico di medicina generale o al pediatra su problematiche quali i lutti, separazioni, conflittualità familiari, perdita del lavoro, malattie croniche, disagio di tipo sociale, stili di vita non salutari, difficoltà a fare attività sportiva o alimentazione eccessiva, somatizzazioni e disturbi psicosomatici. Tutte situazioni che, se non vengono prese in tempo, possono evolvere in patologia».
I dati raccolti nel corso della sperimentazione saranno analizzati da un Osservatorio regionale, coordinato dal Settore regionale competente, il cui compito sarà quello di monitorare l’andamento e valutare gli esiti del Servizio di Psicologia di Base sperimentale, per poi proporre azioni e interventi migliorativi da adottare e individuare il fabbisogno ottimale di erogazione delle prestazioni da parte degli psicologi di base, ritenuto congruo per ciascuna zona distretto. Del gruppo di lavoro faranno parte i direttori del Dipartimenti di salute mentale e i responsabili delle UOC di psicologia delle Aziende Usl toscane, l’Ordine degli psicologi e un referente Estar.