Consentirà la somministrazione di terapie antitumorali in modo ancora più preciso ed efficace. Al via anche la umanizzazione dei locali con colori, luci e fiori

Un nuovo dispositivo per la cura dei tumori. È il nuovo acceleratore lineare in dotazione al Reparto di Radioterapia del San Donato che ieri è stato impiegato per la prima volta per trattare una paziente.

Il dispositivo è stato acquistato dalla Asl Toscana Sud Est grazie ai fondi Pnrr - Next generation Eu, facendo della Uoc Radioterapia diretta dalla dr.ssa Simona Borghesi un reparto di eccellenza. Un acceleratore al quale se ne affiancherà un seocndo nei prossimi mesi. E insieme al nuovo dispositivo cambia anche l’aspetto visivo dei locali che lo ospita e destinato ad accogliere i pazienti.

L’ingresso al bunker è infatti decorato con fiori colorati mentre sul soffitto del bunker nel quale è installato l’acceleratore lineare si apre un cielo con sole e nuvole bianche riprodotto con l’intensità della luce naturale.

«Questo è il primo passo verso l’umanizzazione dei locali deputati alla radioterapia – spiega la dr.ssa Simona Borghesi, direttrice UOC Radioterapia San Donato Arezzo –. Per i pazienti è importante trovare un ambiente accogliente che non faccia pensare all’ospedale e che possa distrarli dalla terapia e dalla propria condizione contribuendo in modo positivo alla terapia».

«L’acceleratore lineare permette di ottimizzare il trattamento radioterapico implementando la sicurezza per il paziente – prosegue la dr.ssa Borghesi -. Obiettivo del trattamento radioterapico è infatti la somministrazione accurata della dose necessaria a trattare il tumore preservando, al tempo stesso, i tessuti sani circostanti. L’utilizzo del sistema di Surface IGRT (Surface Image Guided Radiation Therapy) consente, ad ogni seduta di trattamento, di monitorare con alta precisione la lesione tumorale, in particolare quelle localizzate in organi mobili che risentono del movimento dovuto al respiro come nel caso di neoplasie polmonari, epatiche, surrenaliche, pancreatiche, minimizzando l’irradiazione dei tessuti sani con riduzione degli effetti collaterali della radioterapia sia a breve che a lungo termine».

Ad affiancare l’acceleratore lineare un dispositivo per il monitoraggio non invasivo, continuo e submillimetrico delle lesioni oncologiche durante il trattamento radioterapico.

Il sistema è costituito da tre scanner 3D capace di proiettare informazioni sul posizionamento sulla cute del paziente e in tempo reale ricostruirne la superficie in alta risoluzione.

Il paziente viene guidato grazie a sistemi di coaching audio visivi fornendogli informazioni sul proprio respiro e sull’ampiezza dell’apnea ottimale in modo da stare correttamente nella finestra repiratoria.

«Il nuovo acceleratore – puntualizza Borghesi - impiega la tecnologia per indicare al paziente se è correttamente inserito e di conseguenza, in caso non lo fosse, la macchina non si attiva. Un sistema che consente, in modo semplice, al paziente di poter collaborare al trattamento radioterapico grazie ad un tablet wireless che mostra al paziente una raffigurazione del proprio respiro e pannelli luminosi installati nel bunker che modificano il proprio colore indicando al paziente se è posizionato in modo corretto o meno».

Una tecnologia che grazie al monitoraggio continuo del posizionamento del paziente durante la seduta di radioterapia permette di effettuare trattamenti sincronizzati con la respirazione e controllare l’erogazione del fascio di radiazioni che viene emesso solo nella fase respiratoria corretta. «I trattamenti sincronizzati con l’atto respiratorio – conclude Borghesi - portano numerosi benefici al paziente riducendo la dose sugli organi sani e di conseguenza l’eventuale cardiotossicità.

L’acceleratore lineare è studiato per somministrare elevate dosi di radioterapia in poche sedute di alta precisione».